Giornata grigia e piovosa, settembrina, quando ancora si spera in uno scampolo di estate ma no. Svegliarsi in modo già un po’ malinconico, sapere che le giornate si stanno accorciando e le temperature raffreddando. È inutile, sono meteoropatica, inizio a temere il cambio dell’ora di fine ottobre e non vedo l’ora della primavera, che associo simbolicamente al risveglio. L’autunno e l’inverno mi piacciono per molte cose, come le cioccolate calde, i film sul divano sotto la copertina, il profumo dei biscotti di Natale, ma…mi mancherà la luce, come ogni anno. E con questo umore malinconico mi sono svegliata stamattina, con questa frase che continua a ronzarmi in testa “I viaggi ci cambiano…”, al punto che mi sono dovuta sedere davanti al computer, Ludovico Einaudi in sottofondo, e scrivere di getto i miei pensieri.
I viaggi ci cambiano. Non si può negare. Ogni viaggio ci regala qualcosa, ci fa mettere in discussione, ci fa riflettere. Da ogni viaggio che ho fatto sono tornata con un’esperienza in più, che mi ha portata ad essere quella che sono. Sarei stata la stessa senza essere riuscita ad assaggiare almeno una piccola parte di quel Mondo che tanto mi affascina? Ne dubito. Tutto fa crescere, i viaggi andati benissimo e quelli in posti che in realtà non ci sono piaciuti poi così tanto. Ma immergersi in un altro ambiente, in un’altra lingua, in altre usanze (anche se non lontane da casa), fa riflettere sulla propria vita e aiuta a mettersi in discussione. A non avere paura del diverso. A capire che il Mondo non finisce al di là del nostro giardino, ma che è immenso. E bello. E ci può solo insegnare qualcosa. Il viaggio apre l’anima.
Tutti i viaggi mi hanno cambiata, ma da questa mattina sono due quelli a cui continuo a pensare: il primo vero viaggio da sola (anche se in un contesto particolare) e l’ultimo viaggio, che è stata anche la mia prima volta in Asia.
Il primo viaggio da sola è stato nel 2007, quando ho vissuto quattro mesi negli Stati Uniti, dove sono andata in un’università della Virginia come exchange student. È vero, forse non si può definire un vero e proprio viaggio, ma per me lo è stato. Fino ad allora non mi ero mai mossa molto, e solo l’idea di prendere un volo che avrebbe fatto due scali – io che non ne avevo mai fatto nemmeno mezzo – mi terrorizzava. E arrivare in un’altra nazione, nuove persone, la lingua, la precisa scelta di non stare con persone che parlassero italiano per paura di non integrarmi (e all’inizio quanto mi sono sentita isolata per questo), il credere di sapere tutto degli Stati Uniti, che avevo sempre amato (grazie a film e telefilm vari) ma in realtà non era così… Questo per me, che ai tempi ero una persona molto chiusa e timorosa, è stato il viaggio più grande, un viaggio dentro me stessa e sfidando me stessa.
E da lì tutto è cambiato. Aprirsi al mondo e viaggiare per il Mondo sono andati a braccetto.
Il secondo viaggio fondamentale è per me l’ultimo, estate 2017, e mi rendo adesso conto esattamente dieci anni dopo l’altra esperienza per me tanto importante. Finalmente la scorsa estate sono riuscita a volare in Asia, continente che mi ha sempre stregata ma che per una serie di motivi non ero ancora riuscita a raggiungere. E non mi ha delusa, anzi…mi ha regalato più di quello che credessi possibile. Bali mi dato tanto. Mi ha dato soprattutto un’energia profonda che a due mesi dal ritorno non mi sono ancora scrollata di dosso. I sorrisi delle persone, gli occhi dei bambini, la spiritualità che aleggia nell’aria. Bali mi ha regalato tranquillità e la certezza di alcune mie scelte.
I viaggi emozionano. I viaggi aprono la mente. I viaggi fanno crescere. E io non voglio smettere mai.